Nel tempo della prova per Francesco con il ricovero in ospedale, molti hanno intensificato la preghiera per la sua salute. Il cardinale: “Prima di tutto è un gesto di affetto filiale, una catena di vita”
Benedetta Capelli – Città del Vaticano
“Pregate per me”. È una frase alla quale Papa Francesco ci ha abituati fin dal suo primo affaccio dalla Loggia delle Benedizioni, il 13 marzo 2013, quando si mostrava al mondo come Successore di Pietro. Quel “cammino di fratellanza, di amore e di fiducia” con il popolo di Dio, iniziato con lui quella sera, si è rafforzato dopo 38 giorni di ricovero al Policlinico Gemelli. La Chiesa tutta si è appigliata a quel “respiro dell’anima”, come il Papa ha più volte definito la preghiera, per essergli accanto nella prova.
Le preghiere sulle ali d’aquila
Alla preghiera e alla sua forza, Francesco nel 2021 ha dedicato un ciclo di catechesi dell’udienza generale. Scorrendo le sue parole si comprende quanto sia “slancio, invocazione, canto, poesia” ma soprattutto relazione con il Padre. “Sorrette dalla preghiera di Gesù, le nostre timide preghiere – ha affermato il Papa all’udienza generale del 2 giugno 2021 – si appoggiano su ali d’aquila e salgono fino al cielo”. Magari è bello immaginare queste preghiere levate in alto da ogni angolo di mondo dove, dall’inizio della degenza del Papa, messe, rosari e veglie hanno unito in unico coro l’invocazione al Padre per la salute del Vescovo di Roma. Vederlo affacciarsi domenica 23 marzo dal balconcino del quinto piano ha fatto tirare un sospiro di sollievo a tanti fedeli, vederlo tornare a Casa Santa Marta ha dato conforto a chi ha pregato molto per lui. Tanti, in questi mesi, avranno ripercorso nella vicenda di Papa Francesco calvari personali, rivissuto dolori e attese di chi è malato, provato paura, solitudine e smarrimento trovando nella preghiera “una sorta di rigo musicale, – aveva sottolineato all’udienza generale 9 giugno 2021 – dove noi collochiamo la melodia della nostra vita”. Il cardinale Angelo Comastri sottolinea ai media vaticani l’importanza della preghiera corale per il Papa che in questi tempi di prova si è levata per lui.
Che cosa ha significato secondo lei questo momento?
La preghiera per il Papa era ed è prima di tutto un gesto di affetto filiale. Quando il padre soffre, i figli soffrono con lui e l’incontro avviene nella preghiera. Già questo fatto ha un grande significato perché unisce il gregge attorno al pastore e così si compie la preghiera di Gesù, che proprio nel Cenacolo l’ha pregato così. “Padre, fa che sia una cosa sola affinché il mondo creda che tu mi hai mandato”. Questa preghiera corale è stato un bellissimo esempio di unità nella Chiesa.
Nella vicenda del Papa, nella prova della malattia, molti sicuramente si sono riconosciuti, si sono specchiati. Tanti sono ricorsi alla preghiera che è affidamento ma anche nostalgia di Dio. Spesso si prega nella difficoltà, ma meno quando tutto procede per il meglio. La preghiera nella malattia perché secondo lei ha un peso diverso?
La preghiera ha sempre un grande peso, nella malattia o nella salute. Santa Teresa di Lisieux, una santa che non è mai uscita dal monastero ed è stata proclamata patrona delle missioni, ha ricordato che un saggio si è espresso così: “Datemi una leva, un punto di appoggio e io solleverò il mondo”. Santa Teresa di Lisieaux, quasi sorridendo, aveva commentato che quello che Archimede non aveva potuto ottenere perché la sua richiesta non si rivolgeva a Dio ed era espressa solo da un punto di vista materiale, i santi lo hanno ottenuto pienamente. L’Onnipotente ha dato loro come punto di appoggio se stesso e come leva d’orazione: la preghiera che infiamma di un fuoco di amore. Così i santi che pregano hanno sollevato il mondo, così lo sollevano i santi della Chiesa militante, lo solleveranno ancora i santi futuri fino alla fine del mondo. Santa Teresa di Calcutta ha aggiunto che Gesù per la preghiera sacrificava anche la carità per insegnarci che senza Dio siamo troppo poveri per poter aiutare i poveri. Ecco perché la preghiera è la linfa che fa a vivere la Chiesa ma fa a vivere anche ogni credente.
Eminenza, il Papa ha più volte detto che la preghiera, oltre ad essere orazione, salmo e oltre ad essere canto anche, invocazione, è una catena di vita. Ecco, in che modo lo è?
Certamente è una catena di vita perché ci mette in comunione con Gesù che ha detto: “Io sono la via, la verità e la vita” e la vita di Dio è l’amore. Quando preghiamo nel nostro cuore si crea uno spazio, uno spazio per il Signore e la vita del Signore che entra dentro di noi è la vita dell’amore. Ecco perché quando la preghiera è vera sboccia sempre in carità, sempre. Madre Teresa diceva che non era un assistente sociale ma una cristiana che prega e, pregando Gesù, mette nel cuore il suo amore, la sua vita per portarla a tutti coloro che incontrava. La preghiera quando è vera sboccia sempre in carità.
Avendo assistito a questa preghiera corale per quanto riguarda la salute del Papa, ci sono preghiere particolari per la malattia?
Io mi sono permesso di scrivere una preghiera a Maria per i malati, l’ho composta dopo aver visitato l’ospedale Campus Biomedico, andando a trovare gli ammalati e in particolare quelli terminali e, tornato a casa, mi sono raccolto in cappella e ho composta questa preghiera per i malati. La comunico così con tanta semplicità, dice così: “O Maria, la mamma dei malati, sia il capezzale di tutti i malati del mondo, di quelli che in questo momento hanno perduto la conoscenza e stanno per morire, di quelli che hanno cominciato la loro agonia, di quelli che hanno perduto ogni speranza di guarigione, di quelli che gridano o piangono per il dolore, di quelli che non possono curarsi per mancanza di denaro.
Ricordati o Madre, di quelli che dovrebbero coricarsi e che la miseria costringe a lavorare, di quelli che cercano in invano nel letto una posizione meno dolorosa, di quelli che passano le notti insonni, anche di quelli che devono rinunciare ai loro progetti più cari per l’avvenire, di quelli soprattutto che non credono in una vita migliore, di quelli che si ribellano e maledicono Dio, di quelli che non sanno che Cristo ha sofferto come loro e per loro.
Costoro hanno particolare bisogno di preghiera, o Maria, mamma dei malati, ti raccomandiamo tutti quelli che soffrono e piangono in questo giorno, in questa sera, in questa notte, stendi la mano e asciuga le loro lacrime, perché tu sei l’unica capace di asciugare le lacrime. Amen”.