Quando Vivian Lamarque, la scrittrice che ha vinto il Premio Strega poesia nel 2023, arriva nella sede della Comunità di Sant’Egidio in via Lanzone a Milano, riceve subito da una bambina un mazzetto di fiori appena colti nel prato: inizia così un pomeriggio in cui parla a lungo di poesia, emozioni e speranza con i bambini che frequentano la Scuola della Pace e che sono accompagnati dai volontari del movimento “Giovani per la Pace” di Sant’Egidio.
Fibi, che frequenta la Scuola della Pace nel quartiere Corvetto, ha 12 anni e dà avvio a questo dialogo: «Noi abbiamo letto il libro che hai scritto [Storia con mare, cielo e paura, Salani, 2024] e ci è piaciuto molto. Ci hanno commosso tante cose di quella storia ma in particolare, ci è piaciuta la frase “I sorrisi sono come dottori”: anche nella nostra amicizia è successo così. Ci sono alcuni di noi che hanno dovuto lasciare il loro paese a causa della guerra, ma qui hanno trovato dei nuovi amici». «Le storie ci svelano chi siamo», replica l’anziana scrittrice, signora dai modi dolci e gentili, e racconta perché ha voluto scrivere la storia di una bambina naufraga, di fronte alle drammatiche esperienze dei migranti che hanno affrontato i pericoli delle traversate del Mediterraneo per giungere in Europa. «Ho scritto anche storie allegre – dice ai bambini che la ascoltano ammirati – ma questa è così!».
Tantissime le domande che seguono, sgorgando in un dialogo semplice e spontaneo. Quando un bambino chiede: «Perché la protagonista non ha un nome? Com’è possibile?», e ancora: «Qual è il tuo vero nome?», Vivian Lamarque confessa con grande simpatia la sua difficoltà nel dare i nomi ai personaggi e racconta la propria storia di bambina nata da un’unione illegittima e data in adozione quando aveva nove mesi.
«Con tutti i bambini presenti – dice Lisa Pozzan di Sant’Egidio – abbiamo letto il libro di Vivian Lamarque nei nostri centri pomeridiani, le Scuole della Pace. La maggior parte dei bambini che seguiamo appartengono a famiglie con storie di migrazione, alcuni sono profughi o fuggiti dalle guerre. La storia raccontata nel libro è tragica, ma scritta in modo lieve e poetico e questo ci ha permesso di affrontare temi profondi e delicati come la perdita dei genitori, il trauma dell’abbandono, la difficoltà di non capire la lingua del posto dove si arriva, la vergogna di sentirsi diversi dagli altri. La lettura ha anche insegnato ai bambini nuove parole per dare un nome a emozioni mai raccontate prima. I bambini hanno sentito il bisogno di parlare delle proprie paure e delle proprie speranze».
Una lunga serie di disegni e lavori ispirati al libro vengono poi mostrati a Vivian Lamarque che li guarda con attenzione uno ad uno, facendo a sua volta molte domande ai bambini, incuriosita dal loro modo di interpretare e rappresentare i dettagli della storia.
Tra i bambini presenti c’è Sergej che ha nove anni ed è scappato da Odessa dopo l’invasione dell’Ucraina, tre anni fa. Il suo papà però è dovuto rimanere a combattere. Il disegno di Sergej raffigura due stelle marine rosse nell’acqua blu: « I genitori [di Alberella] non erano nell’alto del cielo, erano sul fondo del mare. Erano diventati due stelle marine dopo che il barcone su cui erano era affondato. Pochissimi si erano salvati, per esempio Alberella», aveva letto nel libro di Lamarque. Immedesimandosi nel dolore della protagonista che giunge in un paese in pace ma senza più i genitori, è riuscito ad esprimere, per la prima volta alla Scuola della Pace, i suoi incubi e i suoi sogni per il futuro.