Oltre mille studenti nella sala Sinopoli dell’Auditorium Parco della Musica di Roma, e 230mila collegati in streaming nel giorno del Safer Internet Day per la presentazione del sesto volume del Progetto #cuoriconnessi, iniziativa nata nel 2016 contro il bullismo e il cyberbullismo da una collaborazione tra Unieuro, una delle più grandi catene italiane di elettronica di consumo ed elettrodomestici, e la Polizia di Stato.
«Viviamo un momento di difficoltà digitale, perché l’evoluzione digitale corre a una velocità spaventosa e abbiamo il dovere di stare al passo coi tempi», ha evidenziato il capo della polizia, Vittorio Pisani, intervenuto all’evento. Il prefetto ha rivolto anche un appello agli insegnanti, affinché si possa far capire ai ragazzi «che il mondo digitale deve essere uno strumento ed evitare che diventano loro strumenti del mondo digitale» e bisogna far comprendere ai giovani «che è anche bello vivere offline».
Il progetto “Cuori connessi” rivolto agli studenti «nasce contro il cyberbullismo, ma forse deve evolvere a favore di qualcosa, cioè di comportamenti responsabili e di intercettare le problematiche dei ragazzi usando la consapevolezza», ha aggiunto la country manager Italia di Unieuro, Maria Bruna Olivieri, «spesso online si commettono leggerezze che diventano macigni nella vita reale, crediamo che il progetto evolverà in un linguaggio diverso».
Sono otto le storie e testimonianze contenute nel volume presentato martedì e disponibile gratuitamente nei punti vendita Unieuro e in eBook sul sito del progetto.
«Nel 2024 sono stati circa 319 i casi segnalati e attenzionati dalla polizia postale, in modo particolare con riferimento ai fenomeni di bullismo e cyberbullismo, in aumento rispetto all’anno scorso, concentrati soprattutto in alcune fasce d’età, 14 -17, ma con un aumento importante tra i 10 e i 13 anni», ha poi ricordato il sottosegretario all’Interno, Nicola Molteni.
«Quando siamo di fronte al nostro smartphone dobbiamo rallentare e capire che la mia identità digitale, le mie foto, i miei dati sono miei – è poi l’invito del direttore del servizio polizia postale Ivano Gabrielli – Non curarmene vuol dire espormi a chi in quel momento nella rete può fare qualsiasi cosa. Dobbiamo rispettare le immagini degli altri, delle persone che ci sono accanto – ha aggiunto – bisogna capire che la nostra libertà individuale oggi ha una componente in più ed è cibernetica, virtuale ma produce effetti reali».
Il progetto è nato nel 2016 in partnership con la Polizia di Stato e questo, spiega Marco Titi, direttore Marketing di Unieuro che ha seguito l’iniziativa sin dall’inizio, «è il valore aggiunto perché ci consente di essere presenti sul territorio e agganciare più persone possibile».
Titi spiega il motivo che hanno spinto Unieuro a portare avanti quest’iniziativa: «Ogni azienda leader nel proprio settore deve pensare al business, ovviamente, ma deve al contempo essere presente nella società cercando di riuscire a traferire i valori del proprio brand. Noi vendiamo tecnologia che si evolve continuamente e tenere il passo non è facile. La tecnologia digitale può costruire ponti oppure alzare muri come nel caso del fenomeno del cyberbullismo. Una tecnologia senza un cuore, mi verrebbe da dire, è dannosa per le persone e un’azienda che si occupa di questo deve sensibilizzare le persone su questo tema cruciale per tutti, in particolare adolescenti e giovani».
Da sinistra, il capo della Polizia Vittorio Pisani, la country manager di Unieuro Italia, Maria Bruna Olivieri e il sottosegretario all’Interno, Nicola Molteni

Marco Titi, direttore marketing Unieuro
Tra gli interventi più significativi durante l’evento di Roma, in videocollegamento da Crema, quello di padre Paolo Benanti, presidente della Commissione AI per l’informazione e consigliere di papa Francesco sui temi dell’intelligenza artificiale e dell’etica della tecnologia, che ha posto l’accento sulle nuove opportunità, ma anche le nuove insidie dell’AI, che quest’anno è anche al centro di una delle storie del nuovo volume.
Protagonista della giornata anche Riccardo Aldighieri, youtuber e tiktoker dell’anno 2024, seguito da oltre 4,3 milioni di follower, che si definisce “disabile trap” e che ha raccontato con orgoglio come è riuscito a trasformare la sua disabilità nel punto di forza della sua esistenza, contro tutti gli stereotipi e tutti gli haters. «La mia disabilità», ha dichiarato, «non mi definisce, sono semplicemente Riccardo. E grazie ai social, posso raccontarmi per quello che sono».
Ampio spazio è stato dedicato anche al tema della risocializzazione e rieducazione dei minori autori di reati online, con la proiezione del trailer di Non ne vale la pena, il docufilm disponibile per tutte le scuole italiane sul sito del progetto.
In videocollegamento da Reggio Calabria il Procuratore Roberto Placido di Palma che ha ribadito l’importanza del percorso di “messa alla prova”.
«La forza di “Cuori connessi”», aggiunge Titi, «sta nella capacità di aver raggiunto, in questi anni, oltre 900mila studenti in occasione dell’Internet Safer Day e di avere una piattaforma dedicata online con varie iniziative: dall’ebook che raccoglie le storie vere di chi è rimasto vittima di cyberbullismo ed è riuscito, in molti casi, a uscirne, alla serie di docufilm che raccolgono le testimonianze di genitori, insegnanti e Polizia di Stato. In questi anni abbiamo cercato di approfondire, per conoscere e prevenire meglio, l’evoluzione delle varie forme di cyberbullismo, dal sexting al revenge porn, esplorando storie negative e positive e costruendo maggiore consapevolezza nelle famiglie e tra gli educatori. Le storie – una delle quali, ad esempio, l’abbiamo trasformata in fumetto – ci permettono di comunicare in maniera diretta ed efficace con i ragazzi mentre la presenza della Polizia di Stato è decisiva per capire come si evolve il fenomeno e sostenere il loro lavoro il cui approccio non di repressione ma è orientato a comprendere, riuscire a capire, entrare in un dialogo». Il progetto, inoltre, è diventato materiale didattico per le scuole con tre dispense utilizzate dai docenti in classe.
E in futuro? «Cuori connessi», conclude Titi, «resterà fedele alla sua missione di continuare a riflettere sui mutamenti imposti dall’evoluzione tecnologica, mettere in guardia dai pericoli utilizzando un linguaggio sempre innovativo e soprattutto continuare a fare squadra tra famiglie, ragazzi, educatori e istituzioni».