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Padre Toni, da fisioterapista a parroco e missionario di speranza in Slovenia



Rettore del principale santuario mariano dell’arcidiocesi di Maribor, il francescano Brinjovc sottolinea l’importanza di affidarsi all’unico vero “medico” che è Gesù. I pazienti dicevano che era “un punto luminoso” che portava gioia; ora aiuta i pellegrini ad ascoltarsi e a vivere il Giubileo rinnovati dall’amore

Jože Potrpin – Città del Vaticano

Far sentire in salute il corpo ha preparato la via alla vocazione religiosa, alla chiamata per far stare bene anche l’anima dando speranza di “alleggerimento” per tante persone gravate dal peso del peccato. È quanto accaduto a padre Toni, di Mozirje, quattromila abitanti nella Slovenia del nord. Dopo aver finito gli studi e aver incominciato a lavorare come fisioterapista, ha sentito di non poter più rinviare la chiamata del Signore che lo ha portato a diventare francescano e sacerdote, e ora missionario di Speranza.

Da fisioterapista a sacerdote

“I frati conventuali dei quali ora faccio parte erano nel posto giusto, al momento giusto”, dice Toni, laureato in Spiritualità dello Sport presso la Facoltà di Teologia a Lubiana. A Sostro, il suo primo incarico di cappellano, poi per quattro anni amministratore parrocchiale della parrocchia dell’ospedale di Lubiana, parroco e guardiano a Turnišče per otto anni. Da lì giunse al santuario della Madonna “Protettrice con il manto”, di cui è diventato rettore, che da più di seicento anni accoglie pellegrini da ogni parte. La posizione favorevole in collina con la bella chiesa gotica induce alle visite anche di chi non aveva programmato di farlo: “Si resta sempre pieni di gioia per l’incontro con Dio e i suoi servi. Dalla regione della Stiria arrivano in molti per chiedere aiuto e protezione, per stringersi sotto il manto di Maria. Ultimamente, tante persone, andando alle terme di Rogaška Slatina per i controlli medici o le terapie, passano per Ptujska Gora. Si fermano per pregare, per ringraziare, per la confessione, per l’unzione dei malati, quando vengono a conoscenza della loro diagnosi. Già dall’inizio di quest’anno, malgrado il freddo, non mancano i fedeli che arrivano per celebrare il Giubileo”.

Il missionario della speranza: portare luce

Proprio all’inizio dell’anno giubilare, l’arcivescovo di Maribor, monsignor Alojzij Cvikl, ha designato un gran numero di Missionari della Speranza. Tra questi, anche padre Toni: “Essere missionario della speranza è una cosa bellissima, sono felice di questa nomina perché mi sembra di aver portato speranza per tutta la vita come persona ‘luminosa’. Quando lavoravo come fisioterapista, dicevano che al mio arrivo c’era più luce”. Evidentemente era una luce interiore, che attrae. “La speranza è nella fiducia. Il Missionario della Speranza vuole essere proprio un punto luminoso per gli altri, un propagatore di ottimismo, di consapevolezza della salvezza, del senso di libertà in Dio. Allo stesso tempo, insegna o guida le persone ad affidarsi”.

Essere testimoni di salvezza, di liberazione

I pellegrini visitano la Madonna di Ptujska Gora e altri luoghi di pellegrinaggio per lo più con richieste di guarigione e salute. Come fisioterapista e cappellano ospedaliero, Toni ora capisce di più i pazienti, è più vicino a loro di quanto non lo fosse all’inizio della sua professione. “Ho imparato ad ascoltare con attenzione, ad avvicinarmi al malato con il cuore. Ora sono più sensibile nell’accompagnare le persone attraverso la malattia. Questa conoscenza mi aiuta molto nella mia nuova missione di oggi. È vero, la confessione è decisiva. Gesù ha agito in questo modo, e opera allo stesso modo anche oggi. Vale a dire attraverso i sacramenti. Mi sembra che ne facciamo un uso insufficiente. È una grande gioia e grazia per me vedere che molte persone vengono a Ptujska Gora, all’inizio dell’Anno Santo, gravate, letteralmente gravate dal peso del peccato. Com’è bello essere testimoni della salvezza. Ascolto con orrore ciò che il peccato può fare nella vita delle persone. Ma è anche una grande grazia vedere l’azione salvifica, la liberazione dal male: ci si libera e si trova nutrimento, ristoro, nuovo slancio. Ecco perché la confessione è un sacramento così bello”. 

Affidarsi a Gesù, il vero medico

Specialmente a coloro che cercano la giusta vocazione nella vita, il missionario ricorda: “È necessario pregare per la vocazione della vita, cioè per il discernimento. E non disperare. Io sono un esempio di vocazione tardiva. Ho già svolto diverse professioni. L’uomo che cammina come pellegrino di speranza prima o poi arriva da qualche parte. Se rimani fermo non arrivi da nessuna parte. Il pensiero che qualcosa debba accadere nella vita è molto interessante. Perché la vita scorre inesorabile. Quando agisci, quando vai avanti, qualcosa accade. Ma se rimani bloccato, se ti chiudi in casa, se ti nascondi in un angolo, la grazia di Dio ti rispetta e aspetta”. E aggiunge: “Il vero medico è Gesù; a noi il compito di indirizzare le persone verso il vero guaritore, il che è davvero bello”.



Dal sito Vatican News

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