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Israele si ritira dal Consiglio Onu per i diritti umani



Il ministro degli esteri Saar accusa le Nazioni Unite di discriminazione e propaganda antisemita. Intanto, cersce la protesta internazionale per l’ipotesi avanzata dal presidente Usa di ricollocare i palestinesi della Striscia di Gaza per poterla trasformare in una “riviera del Medio Oriente”

Roberta Barbi – Città del Vaticano

Israele seguirà l’esempio degli Stati Uniti e si ritirerà dal Consiglio dell’Onu per i diritti umani. La decisione, annunciata via social dal ministro degli Esteri Gideon Saar, non è priva di polemiche: “Tradizionalmente, il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni unite ha protetto quanti violano i diritti umani e demonizzato invece ossessivamente l’unica democrazia del Medio Oriente: Israele”, ha dichiarato Saar.

Le precisazioni sul “piano” Trump per Gaza

Cresce intanto l’opposizione internazionale al piano ventilato dal presidente Trump per il futuro della Striscia di Gaza. A 24 ore dall’annuncio, il numero uno della Casa Bianca ha fatto alcune precisazioni: innanzitutto, di non aver preso alcun impegno sull’invio di militari americani a Gaza e specificando che il ricollocamento dei palestinesi in altri Paesi sarà temporaneo al fine di effettuare la bonifica del territorio.

Le reazioni nel mondo

A condannare la proposta del capo della Casa Bianca è stato da ultimo anche il ministro degli Esteri iraniano che ha definito “scioccante” la proposta di sfollare con la forza i palestinesi dalla Striscia di Gaza. Già Giordania ed Egitto, che il tycoon aveva indicato come i più adatti ad ospitare la popolazione palestinese della Striscia, avevano respinto con forza qualsiasi ipotesi in tal senso. Di parere contrario anche Russia, Cina ed Europa, mentre il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres ha ricordato come “ogni spostamento forzato di persone equivalga a una pulizia etnica”. Tutte reazioni che vanno ad aggiungersi a quelle dei diretti interessati: il presidente dell’Autorità nazionale palestinese, Mahmoud Abbas aveva opposto un netto rifiuto ribadendo che “i legittimi diritti dei palestinesi non sono negoziabili” mentre Hamas aveva parlato addirittura di “posizione razzista”.

 



Dal sito Vatican News

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