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Chateau d’If esiste e si può visitare

Dal lungo mare di Marsiglia, appena usciti dal bellisimo Vieux Port, si stagliano, ben visibili, quattro splendide isole. Si tratta dell’arcipelago delle Friou formato da Pomègues a sud, la maggiore, Ratonneau a nord, Tiboulen du Frioul a ovest di Ratonneau e If ad est delle due isole principali. Su quest’ultima sorge il famigerato Chateau d’If dove Dumas ha ambientato la prima parte del suo fortunato romanzo Il conte di Montecristo, in cui racconta la durissima detenzione di 14 anni di Edmond Dantès, l’amicizia con l’Abate Faria e la rocambolesca e ormai iconica fuga. 

La costruzione del Castello d’If, temibile luogo di detenzione ove, se imprgionati nelle celle prive di finestre,  la speranza di vita non superava i 9 mesi, iniziò a metà aprile del 1527 e  si concluse intorno al 1529. Si diche che parte dei materiali utilizzati provenissero dall’assedio spagnolo di Marsiglia. La sua posizione al centro del golfo era strategica anche a difesa della città. 

I primi detenuti furono due pescatori della città, nel novembre del 1540. Da allora, il Castello d’If divenne una delle prigioni più temute, ospitando prigionieri fino alla Prima Guerra Mondiale, quando vi fu rinchiuso l’ultimo gruppo di detenuti, prigionieri tedeschi.

Due le sezioni principali, al piano terra, le celle prive di finestre e in condizioni igieniche estremamente precarie, che rendevano la vita dei prigionieri insostenibile. Al primo piano, invece, le celle erano più grandi, dotate di finestre e camini, e si potevano “affittare” con un pagamento mensile, una sorta di contratto che dava diritto a una condizione di vita meno dura, seppur sempre segnata dalla sofferenza e dall’isolamento.

La produzione della recente serie Rai in onda dal 13 gennaio, ha deciso di girare  le scene ambientate dentro il castello d’If sull’Isola di Malta. Per la precsionea Mdina, la città fortificata denominata “città silenziosa“ che, però, per dare agli spettatori la giusta rappresentazione storica, ha la stessa età della prigione originale.

Tuttavia il vero Chateau d’If è visitabile ed è sicuramente una delle principali attrazioni di Marsiglia. Battuta dal vento e dalle correnti non aveva, e non ha un porto sicuro. Per questo la visita, che è possibile tutti i giorni (eccetto il lunedì, giornata di chiusura) grazie alle compagnie marittime nel Vieux port, è possibile solo in assenza di vento e di mare grosso. Queste condizioni atmosferiche rendono l’approdo molto pericolosoe e proibitivo per chi trasporta i turisti. Inoltre, i numerosi gradini presenti lungo il percorso della visita, rendono difficile il tour a chi ha problemi nel camminare.

L’isola si raggiunge in soli 15/20  minuti, di battello ma solitamente il tour prevede anche la possibilità di visitare le altre isole dell’arcipelago. La visita non è guidata ma si svolge in autonomia e viene offerta una piccola brochure informativa (anche in italiano) che aiuta a scoprire il Castello. Proprio perchè il luogo è stato mitizzato da Dumas, agli appassionati lettori del suo capolavoro piace ipotizzare quale avrebbe potuto essere la cella del Conte di Monte Cristo, quella dell’Abate Faria e il punto da cui Dantès riuscì a fuggire. Ma a parte questo sognare letterario vale la pena visitare Chateau d’If per la vista splendida sull’arcipelago, sulla città e sule scogliere circostanti e magari anche per rendere omaggio ai numerosi prigionieri che vi perirono dopo una detenzione inumana. 





Dal sito Famiglia Cristiana

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