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Prendete questa prova e fatene un “capolavoro”

L’esame di Maturità è un rito di passaggio verso l’età adulta, un momento unico e, si spera per tutti, irripetibile. Con il suo carico di ansia, notti insonni, ripassi finali matti e disperatissimi mette a dura prova studenti e famiglie. Dei cinque anni di scuola superiore sarà il momento che, oltre a restituirci un diploma con valore di titolo di Stato, ci ricorderemo più a lungo nella nostra vita e che spesso sogneremo, almeno così secondo Sigmund Freud. 

Il giorno dell’esame sarà importante arrivare con la giusta tensione, ma niente ansia. E per partire con il piede giusto consiglio prima di tutto calma, fare una bella ed energetica colazione, prepararsi vestiti da esame (banditi pantaloncini corti, canotte e pance al vento) e arrivare con puntualità. Perché, ricordate, la prima impressione è importantissima, soprattutto per chi non vi conosce.

Sia per gli scritti, ormai passati, che per gli orali è bene rimanere lucidi, regolare il vostro respiro per essere calmi e concentrati, ricordate che vi siete già esercitati nel corso dell’anno scolastico e quindi già sapete dove avete maggior possibilità di successo. Leggete lentamente e con attenzione la traccia, avete molto tempo per svolgerla, sei ore, prendetevelo tutto e non correte.

Tra la fine degli scritti, e l’inizio degli orali avrete ancora qualche giorno per preparare il temutissimo orale. Anche in questo caso ricordate che la commissione non è un plotone di esecuzione! Capisco che vedere seduti i commissari tutti insieme possa fare un po’ di paura, ma ricordate che, pure in questa prova, si partirà da ciò che conoscete ed è contenuto in quei programmi che voi stessi avete firmato.

Forse la vera novità di quest’anno arriva proprio con l’orale. Ciascuno di voi sarà presentato dal suo E-Portfolio, una specie di cartella clinica in cui sono contenuti e descritti il percorso di studio, le competenze sia scolastiche sia extrascolastiche e soprattutto il “Capolavoro”. Il “Capolavoro” è il documento in cui sono archiviati, a scelta dello studente, i percorsi di studio e di ricerca realizzati che maggiormente lo hanno interessato e reso fiero. Al di là di come viene chiamato, il “Capolavoro” farà conoscere meglio lo studente, avrà un ruolo di rilievo durante l’esame e le commissioni potranno iniziare la fase dell’orale anche da lì. Capolavoro o meno, come si dice, l’esame “sarà” un successo e la notte dopo gli esami sicuramente vi sentirete liberi, proverete gioia, leggerezza ma anche un po’ di malinconia per un periodo della vita che si conclude definitivamente.





Dal sito Famiglia Cristiana

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